I caricatori e gli spedizionieri allertano la Commissione Europea sulle attuali pratiche messe in atto dagli armatori attivi nel trasporto container di linea, perché le catene di approvvigionamento delle merci stanno subendo sempre maggiori alterazioni: violazione di contratti esistenti, inserimento di condizioni irragionevoli per l’accettazione delle prenotazioni e applicazione di tariffe molto superiori a quelle concordate nei contratti.
Già da novembre del 2020 si evidenzia, infatti, un trend di crescita incessante del prezzo dei noli per il trasporto di container via mare. Sulla rotta Asia-Europa i costi sono cresciuti addirittura del 400%. Un rialzo costante dei prezzi si nota in particolare nel commercio dall’Estremo Oriente verso la costa orientale del Sud America, come anche sulla rotta Asia-Mediterraneo e sulle tratte verso l’Africa occidentale. Al contrario, le tariffe nell’Oceano Pacifico si sono leggermente ridotte, ma questo non è molto confortante in un mercato dove si deve pagare un extra per avere l’equipment, in aggiunta ai diversi problemi di congestione portuale, ritardi e disponibilità di rimorchi stradali.
Una situazione che si ripercuote sulla crescita del commercio in un periodo di recessione economica, a causa del rallentamento e addirittura dell’interruzione della catena di fornitura delle merci, a discapito delle Pmi europee, ma che riguarda anche molte aziende più grandi, tra cui l'industria automobilistica, come pure la moda, i cosmetici e le attività informatiche, fino alla vendita al dettaglio.