Problemi di distribuzione e di disponibilità di prodotti sono le conseguenze dirette che coinvolgono l’intera popolazione, causate da ciò che sta accadendo in molti porti americani. Su alcune linee di trasporto marittimo della costa occidentale degli Stati Uniti, si sta verificando una congestione che impedisce i rifornimenti di merci, soprattutto dalla Cina, uno dei maggiori produttori di beni al mondo.
Nei porti di Los Angeles e di Long Beach - dai quali transita il 40% dei cargo che arrivano negli Stati Uniti - attualmente ci sono quasi settanta navi ferme in attesa fuori dal porto. Non possono entrare proprio a causa della congestione. Secondo VesselsValue tra queste navi 38 sono portacontainer con un carico totale pari a di 228.955 TEU, la maggior parte delle quali provenienti dai porti manifatturieri asiatici da cui sono partiti oltre un mese fa. Alcuni portacontainer si dirigono verso altri porti, ma si registrano congestioni anche in altri scali del Nordamerica. Si tratta di uno dei tanti effetti prodotti dalla crisi Covid: conseguentemente alla ripresa delle economie si è verificato un incremento della domanda di beni da parte delle imprese, generando affollamenti di questo tipo nei trasporti marittimi. Tale notevole congestione causa indubbiamente effetti sulle catene di approvvigionamento; le merci ferme sulle navi portacontainer provocano problemi nelle consegne e quindi nella disponibilità di beni. Si tratta di problematiche che persisteranno, secondo le previsioni degli esperti, anche nel 2022.