Si tratta di un dato particolarmente allarmante, perché veicoli troppo vecchi circolanti sulle strade hanno ripercussioni dirette sull'inquinamento, oltre che sulla sicurezza stradale.
Nello specifico, i dati - aggiornati a fine 2022 - evidenziano che su un totale di 725.000 veicoli medi e pesanti (oltre le 3,5 tonnellate) più della metà, ovvero il 50,4%, sono mezzi immatricolati prima del 2006 che rispondono a direttive di emissione ante Euro 4 e quindi con elevati livelli di emissioni d’inquinamento e bassi standard di sicurezza. Un altro risultato interessante della ricerca è che l’età media dei camion circolanti in Italia è di 14,3 anni, dato in leggero aumento rispetto al 2021. Invece, se si considerano solo i camion più pesanti (oltre 16 tonnellate), su un totale di 445.000 veicoli circolanti, la percentuale di quelli ante Euro 4 si abbassa al 39%, come anche l’età media che è di 12,1 anni. Poi ancora, nel 2022 le immatricolazioni di nuovi mezzi industriali sono cresciute dell’1,4%; in particolare il comparto dei veicoli pesanti di massa uguale o superiore alle 16 tonnellate è aumentato del 4,1% rispetto al 2021. Il 96,2% dei camion immatricolati nel 2022 sono alimentati a Diesel, e solo il 2,6% a Gnl e l’1% a metano.
Ne consegue, quindi, che la presenza di tali camion vecchi e altamente inquinanti rendono difficile il raggiungimento dei target fissati dall’Unione Europea in merito alle emissioni 0 e alla neutralità climatica nei prossimi anni.
Quello che occorre fare è introdurre anche in Italia gli incentivi già esistenti negli altri paesi (come ad esempio in Francia e in Germania) e accelerare il processo di rinnovamento della flotta circolante, rimuovendo dalla strada i mezzi più vecchi, inquinanti e pericolosi, sostituendoli con mezzi Euro 6 compatibili con BioDiesel o BioGNL. Si tratta comunque di soluzioni che richiedono alcuni anni per diventare effettive.