Da lunedì 16 ottobre sono iniziate le importanti operazioni d’intervento strutturale, che prevedono la chiusura totale del tunnel per 9 settimane consecutive. Questa chiusura di una delle maggiori vie di trasporto transalpino, fondamentale per le esportazioni italiane verso la Francia, si teme avrà pesanti ripercussioni economiche.
Il Traforo del Monte Bianco, lungo 11,6 chilometri, costituito da una galleria unica a doppio senso di circolazione che collega Courmayeur, in Valle d'Aosta, a Chamonix, nel dipartimento francese dell'Alta Savoia, rappresenta uno dei passaggi principali per le merci dirette in Francia e per quelle in arrivo in Italia. Secondo i dati pubblicati da SITMB, la Società Italiana del Traforo del Monte Bianco, nei primi mesi del 2023 si registra il +16% di transiti di mezzi pesanti attraverso il tunnel rispetto allo stesso periodo del 2022. Anche Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell’Export, sottolinea che la chiusura al traffico del Traforo del Monte Bianco avrà effetti diretti sul sistema dei trasporti e sull’intero settore dell’export, considerando che Germania e Francia sono i principali mercati di sbocco delle vendite di merci italiane.
Un momento difficile per le aziende esportatrici che si trovano ad affrontare questa nuova sfida, in aggiunta alle tante altre questioni come l’aumento dei costi delle materie prime, i tassi d’interesse elevati, nonché la perdita di mercati importanti come quello russo e ucraino.
La chiusura del Traforo del Monte Bianco rappresenta un nuovo ostacolo per le esportazioni nazionali che necessita di un intervento immediato da parte del governo a sostegno dell’export e del trasporto via gomma per lo sviluppo del settore, in quanto i lavori dureranno per diversi anni e il tunnel verrà chiuso periodicamente per consentire lo svolgimento della manutenzione, causando gravi disagi al traffico e bloccando la circolazione dei mezzi pesanti tra Italia e Francia.
